La «Casina alla Bagaria» fu commissionata nel 1712 da Anna Gravina principessa di Gravina e Valguarnera al Padre domenicano Tomaso Maria Napoli. L’architetto, diletto discepolo di Carlo Fontana, formatosi nell’alveo della tradizione Berniniana, al culmine della sua carriera, progetterà quel raffinato sistema di prospettive e proporzioni euritmiche destinato a diventare tra i più fulgidi esempi del barocco Siciliano.
La Villa, che per un dichiarato atto d’amore fu eretta sulla sommità di una montagna spianata a forza di braccia ed esplosivi, accoglie al termine del lungo viale il visitatore nell’abbraccio dei suoi portici (dove non è poi difficile scorgere San Pietro), e lo invita a bearsi placidamente in giardino della vista mozzafiato dei due golfi di Palermo e Cefalù.