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Nel 1692 Francesco Cupane realizzò per il principe della Cattolica, Francesco Bonanno, nella ducea di Misilmeri, tra Palermo e Bagheria, un importante orto botanico. Dall’impresa nacque qualche anno dopo l’opera Hortus Catholicus, il manuale che, primo nella storia, adoperò la tassonomia binomiale, ancora oggi base della disciplina.

La passione per le scienze botaniche è stata in Sicilia, per molti anni, centrale. Uno dopo l’altro sono sorti tra gli altri: il Firriato Villafranca che già dalla metà del seicento, per volere della famiglia Alliata, ospitava flora e fauna esotica a Palermo e una grande biblioteca botanica aperta al pubblico; il Labirinto Biscari a Catania (oggi Villa Bellini) per il diletto dei cittadini; l’Orto Botanico di Palermo costruito dall’architetto Dufourny e voluto dalla Regina Maria Carolina, che lo riempì di molti pregiati esemplari, presi a Villa Valguarnera durante la sua permanenza.

Il giardino di Villa Valguarnera a pieno titolo rientra in questo novero di eccellenti esempi.

La villa che nacque come omaggio all’amatissimo sposo della principessa Annamaria di Valguarnera, niente meno che quel principe di Cattolica già mecenate dell’Hortus curato da Cupane, rappresenta da sempre una delle realtà botaniche più importanti del territorio, arricchita ad ogni passaggio di testimone da tutti i membri della famiglia che l’hanno curato e amato.

Il principe Pietro nel suo testamento, dopo avere speso anni e molte risorse per il completamento del giardino della Villa, impose, che fossero sempre ben pagati uno giardiniero e un mastro d’acqua per il coltivo delli alberi, dei fiori, e per il manutimento delle fontane e acquedotti.

Il Duca di Salaparuta Enrico Alliata, ingrandì la Floretta arricchendola degli esperimenti che il suo genio gli suggeriva.

La principessa Vittoria, dopo anni di incuria, l’ha fatto risorgere, restaurandolo interamente.

Come è consueto per le Ville di delizia italiane che conservano intatti il proprio parco e giardino, anche qui a Villa Valguarnera la natura è disegnata seguendo stili e criteri diversi, straordinariamente tipizzati.

La Floretta ovvero il giardino formale detto “alla francese”, che si sviluppa attorno al Corpo Centrale, e che ne è il naturale prosieguo. Il percorso iniziatico ed esoterico della Montagnola che sale fino in cima, al panoramico belvedere, osservatorio astronomico dal quale il Piazzi scoprì la Cerere Ferdinandea. “Lu Jardinu” perché in Sicilia l’agrumeto è semplicemente il giardino per antonomasia, completo del suo sistema di irrigazione fatto di norie, saie e catusi, che molto deve alla lezione araba. Il giardino all’italiana, detto dei Cupoloni, per via delle due kaffehaus che lo adornavano e per le fontane e le eleganti scalinate barocche, oggi non più esistente da ché, con un esproprio immotivato, si è aperta la strada al cemento che ha spazzato via quel gioiello naturale ispiratore del Sizilienisches garten di Postdam.

Oggi a Villa Valguarnera si coltivano e si curano tra i più sorprendenti capolavori di cui la Natura ci ha fatto dono. Le due Cycas revoluta più antiche d’Europa, le prime ad essere state importate, progenitrici di tutte le altre; l’eccezionale esemplare di dracena draco cresciuto con le sue radici aeree come una gigantesca cupola; esemplari di Bougainvillea spectabilis cresciuti come alberi, come alberi pure sono le numerose e annose aloe arborescens. Al proposito va detto che il giardino e il parco comprendono una tra le più importanti collezioni di Aloe e Agave del Mediterraneo per età e rarità degli esemplari raccolti. Come pure rarissimi sono gli esemplari di Euphorbia alcicornis, o le jacaranda mimosifolia il cui portamento viene qui assecondato e che figurano come un perfetto modello per una veduta settecento tinta di esotismo. E poi il grande Ficus magnolioides, lo stesso che a Palermo è diventato il simbolo di piazza Marina.

Lungo il viale della montagnola vivono rigogliosi gli alberi di Manna, piantati dagli antenati Valguarnera perché simbolo del nutrimento degli uomini dall’alba dei tempi. E infine un giardino, quello siciliano, fatto di ogni sorta di arancio ed ogni specie di limone, che qui fiorisce e fruttifica quattro volte in un anno e carica l’aria di quel profumo stordente che è l’odore stesso di questa terra.

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floretta nord 1 Floretta nord
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“…gira una balaustra di soap trecento passi di lunghezza, che fa parapetto alla terrazza ed a Giardini, che circondano la facciata posteriore del palazzo e de’ portici… Ne’ due lati della Terrazza si stendono diversi e bene intesi viali, Fontane, Spalliere di Agrumi, ed arabeschi di Bossoli smaltati d’una quantità prodigiosa di vaghissimi fiori." Hover the image
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floretta nord 2 Floretta nord 2/2 1/2 “…gira una balaustra di soap trecento passi di lunghezza, che fa parapetto alla terrazza ed a Giardini, che circondano la facciata posteriore del palazzo e de’ portici… Ne’ due lati della Terrazza si stendono diversi e bene intesi viali, Fontane, Spalliere di Agrumi, ed arabeschi di Bossoli smaltati d’una quantità prodigiosa di vaghissimi fiori." Hover the image
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floretta sud Floretta sud “…gira una balaustra di soap trecento passi di lunghezza, che fa parapetto alla terrazza ed a Giardini, che circondano la facciata posteriore del palazzo e de’ portici… Ne’ due lati della Terrazza si stendono diversi e bene intesi viali, Fontane, Spalliere di Agrumi, ed arabeschi di Bossoli smaltati d’una quantità prodigiosa di vaghissimi fiori." Hover the image
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hill Hill “Da questi Giardini, e luoghi di mirabile aspetto, si sale ad una collina per mezzo di vari, e dolci viali, ombrati da alberi di Manna, Mandorlo e Pistacchi; e sempre profumati da quantità di Dittamo, Timo, Amenta, ed altre erbe aromatiche…” Hover the image
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Alley Alley “Entrasi in questo luogo di delizie per un vasto portone composto di due gruppi di Colonne Doriche, sopra: ciascuno de’ quali posa un Vaso di antico disegno: chiudersi con Cancellata di ferro elegantemente intarsiata; e nell’architrave di essa vedessi in metallo dorato lo Stemma della Famiglia.” Cuppoloni Cupoloni's Garden Nel Settecento questo era il grande giardino all'italiana di Villa Valguarnera, detto dei Cupolini per via delle due Kaffehaus che ospitava. Lo allietavano fontane, giochi d'acqua e uccelli esotici, e conduceva attraverso un'ampia scalinata alla Chinesa, il teatro in stile cinese dove si allestivano feste e balli. Questo parco suggerì all'architetto tedesco Schinkel il giardino siciliano della reggia di Sans Souci, patrimonio dell'UNESCO. Alla fine del viale che oggi possiamo solo immaginare è il Kaffehaus ancora esistente. Oggi è un rudere inglobato nel quartiere sorto in spregio al posto dell’arte e della bellezza.

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